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La mano, miracolo dell’ uomo

Eppure sembra che (a volte) chi la possiede, per gentile concessione dell’Onnipotente, le abbia sottratto sensibilità, forza, “ intelligenza”. Sì, perché la mano dell'uomo possiede “ricercata intelligenza“, precisione, destrezza, maestria (guardate la mano di un chirurgo o quella di un giocoliere). La mano “parla“,  possiede un suo prodigioso linguaggio, legge ed interpreta (guardate le mani di un sordomuto, di un non vedente o di un mimo).

La mano afferra, aggredisce, insulta, uccide. E dà anche amore, brividi, tenerezza, dolcezza, conforto, vita.

Forma e  linguaggio impegnano le capacità e la creatività dell’artista. I contorni dell’ “opera d’ arte“ si fanno più definiti se l’ artista ha saputo dare alle mani forza ed espressività. Se volete giudicare l’opera di un artista guardate le mani della figura che ha rappresentato. Ne sono un esempio prodigioso le mani della “Creazione“ (quella di Adamo che riceve la vita e quella di Dio che la dona) nell’affresco di Michelangelo della Cappella Sistina.

Tuttavia, quando vediamo l’uso che fa delle mani un Arciere, ci viene da pensare che esse (o chi ne fa uso) abbiano rinunciato all’ “ intelligenza “ che le caratterizza. Agiscono in piena “libertà”, staccate dal contesto che le guida e le regola. Hanno perso forza, sensibilità,  capacità e tutte quelle caratteristiche che nei  “fondamentali“ sono espresse  chiaramente per la costruzione della sequenza di tiro.

Non fanno più la cosa giusta, al momento giusto. Sembrano staccate dal corpo e non ne sono più vivificante espressione.

E leggiamo cosa dice della mano I. A. Kapandji nel suo prestigioso e attualissimo trattato "Phisiologie Articulaire" – Paris 1972:

La mano dell’uomo è uno strumento meraviglioso, capace di eseguire innumerevoli azioni grazie alla sua funzione principale: la prensione.

Questa facoltà di prensione si ritrova dalla pinza dell’aragosta alla mano della scimmia, ma solo nell’uomo essa ha raggiunto un così alto grado di perfezione. Ciò è dovuto ad una disposizione del tutto particolare del pollice che può opporsi a tutte le altre dita. Nella scimmia superiore, il pollice è opponibile, ma mai l’ampiezza di quest’opposizione raggiunge quella del pollice umano.

Dal punto di vista fisiologico, la mano rappresenta l’estremità effettrice dell’arto superiore che è il suo supporto, e le permette di assumere la posizione più favorevole per ogni tipo di azione. Tuttavia la mano non è solamente un organo esecutivo, ma anche un recettore sensoriale estremamente sensibile e preciso le cui  informazioni sono indispensabili alla sua stessa azione. Infine, mediante la fitta rete di connessioni presenti nella corteccia cerebrale, essa è l’educatore della vista di cui permette di controllare e interpretare le informazioni: senza la mano la nostra visione del mondo sarebbe piatta e senza rilievo.

La mano forma dunque con il cervello un insieme funzionale indissociabile, dove l’una reagisce sull’altra in stretta interrelazione consentendo all’uomo di modificare la natura secondo i propri desideri e di imporsi al disopra di tutte le specie terrestri viventi.”

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                                                                      " Concatenazioni"     2010                                   Franco  Mento   scultore